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17 aprile 2013

L’importanza di un reddito




Istituire un Reddito di cittadinanza, è stato ed è un punto forte del programma del MoVimento 5 Stelle, che però ha incontrato fin ora una notevole opposizione da parte di alcuni esponenti di altri partiti; il sindaco di Firenze ex candidato premier alle primarie del PD ha dichiarato che “Il reddito di cittadinanza è la negazione dell’articolo 1 della Costituzione: è basato sull’idea che se non lavori ti do un sussidio”. Il capogruppo del PDL alla Camera, l’ha definito una “Follia del centro-sinistra degli anni ‘70” e il filosofo del PD ospite da Santoro,  molto sinteticamente una “*****nata”.

Il Reddito di cittadinanza, in un periodo di crisi, può essere considerato una scommessa e in quanto tale, comporta anche dei rischi. L’esperimento di un progetto analogo, si è tentato nel 1998 a seguito di un Decreto Legislativo, il n. 237 del 18 giugno. Il Reddito minimo di inserimento, prevedeva un sostegno da parte dello Stato verso quelle famiglie che versavano in condizioni economiche di povertà tali, da provocarne l’esclusione sociale; questa misura sperimentale, ha avuto durata biennale per 39 comuni, successivamente estesa ai comuni limitrofi di questi 39, è cessata definitivamente nel 2006 con esiti differenti per categorie (sostanzialmente per i Comuni ben attrezzati con soggetti potenzialmente ricollocabili si è concluso con valutazione positiva, per i Comuni che hanno suscitato quasi disinteresse o perché meno attrezzati o con soggetti difficilmente ricollocabili, si è rivelato solo uno strumento di mantenimento).  


A differenza del Reddito di Inserimento, il reddito di cittadinanza, coinvolge tutti i cittadini e in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, dove la disoccupazione aumenta, dove gli imprenditori chiudono le loro attività ogni giorno (http://www.corriere.it/economia/13_aprile_12/confindustria-minuto-silenzio_0548aafc-a37e-11e2-a571-cfaeac9fffd0.shtml), potrebbe essere una boccata di ossigeno; ma come detto in precedenza comporta dei rischi ed è una soluzione che può essere presa in considerazione prestando le dovute attenzioni.  Concedere un reddito di cittadinanza a tutti i cittadini, comporta costi non indifferenti, ovviamente gran parte, dipende dalla somma di reddito che si vuole distribuire, ma anche se si tagliassero spese come quelle per il salvataggio di banche (4 miliardi di Euro concessi alla MPS) Aerei militari inutili (17 miliardi per degli F-35 difettosi) missioni di pace che non ci toccano (Afghanistan) costi della politica, vendita di beni confiscati alle mafie, rinuncia a inutili opere pubbliche ecc, non ci sarebbero comunque gli estremi per poter garantire a lungo, un reddito per ogni cittadino, considerando inoltre che abbiamo un debito pubblico scandalosamente insanabile (più di duemila miliardi di euro) e che una manovra del genere comporterebbe ridistribuire il 20% del PIL ogni anno (su una ipotetica cifra di 1000 euro per cittadino).

Riportiamo di seguito i Redditi di Cittadinanza che alcuni paesi europei hanno già adottato da tempo:



-        Belgio : Revenu d’intégration (aiuto finanziario sociale soggetto a diverse condizioni, fra cui la disponibilità a lavorare, tranne quando sorge l'impossibilità per motivi di salute);

-       Lussemburgo : Revenu Minimum Guaranti (1100 euro mensili rilasciati a titolo individuale  finchè non si raggiunge una condizione economica stabile);

-        Olanda : Bijstand (sostegni per affitti, trasporti e accessi culturali) e il Wik (rilasciato ad artisti in modo tale da esprimersi senza badar troppo agli oneri);
-        Austria : Sozialhilfeaffiancato a diverse coperture delle utenze quali elettricità, gas e affitto ed altri aiuti economici per il cibo); 

    Norvegia ( : Reddito di esistenza (500 euro mensili, individuali che vanno a copertura di affitti e utenze varie);

-        Germania : Arbeitslosengeld II (ne ha diritto chi ha versato un anno di contributi e chi ha ottenuto un anno di disoccupazione e l’ Arbeitslosengeld I Garantisce una somma minima per coprire i costi di vita, l'affitto e in parte il riscaldamento, per garantire una dignitosa dimora al cittadino);

-      Inghilterra : Income Based Jobseeker's Allowance è una rendita individuale  rilasciata sempre a titolo individuale a partire dai 18 anni di età a tutti coloro i cui risparmi non raggiungono il livello necessario per garantire una vita dignitosa; Housing benefit (copertura per affitto) e in più  assegni familiari per il mantenimento dei figli. L'Education Maintenance Allowance, un sussidio rilasciato direttamente ai ragazzi per coprire le spese dei loro studi. Infine c'è l'Income Support, un sussidio di durata illimitata, garantito a chi ha un lavoro che ammonta a meno di 16 ore settimanali;

-        Francia : Revenu de solidarité active (475 euro ai single senza attività e senza un alloggio e 418 euro con alloggio).
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Molti hanno definito il reddito di cittadinanza, un ottimo slogan ma poco fattibile in quanto impossibile ricevere un reddito indipendente dal lavoro svolto (purtroppo molti ne sanno talmente tanto in materia che confondono reddito di cittadinanza con sussidio di disoccupazione). Tenendo presente che il resto d’Europa non è in periodo di grazia, come mai nonostante la crisi, continuano a distribuire aiuti di ogni genere alla propria popolazione? La risposta è semplice, mentre in Italia si continua a pensare che un aiuto simile, sia un costo, in altri paesi d’Europa, lo si vede come un investimento che migliora la qualità di uno stato; non è un caso che molti giovani e non solo, emigrano in Germania, in Lussemburgo, in Belgio, Olanda e in Inghilterra.

Ma va detta però anche una cosa;  alcuni Paesi europei hanno adottato determinate politiche nei periodi in cui potevano essere adottate (in Germania sono state adottate politiche di austerity  quando i tassi di interessi erano ancora bassi, nda). L’Italia invece sta adottando politiche giuste in un periodo sbagliato, per intenderci, è come cercare del sangue in uno scheletro vecchio cent’anni.

Essendo il reddito di cittadinanza, molto “costoso” si è trovata l’alternativa: il Reddito Minimo Garantito che ha un grado di controllo maggiore rispetto al Reddito di Cittadinanza, in quanto più vincolante e in quanto ne hanno diritto solo determinate categorie di persone. Si tratta di un sostegno mensile dell’ammontare di 600 euro al mese,che può aumentare fino a 1900 Euro in base al numero di figli a carico e decade nel momento in cui non sussistono più le condizioni per usufruirne (se maturano le condizioni per ricevere la pensione, se si firma un contratto di lavoro subordinato, se si avvia un’attività autonoma, se si superano 8 mila euro di reddito, e se rinunciate a una offerta di lavoro derivante da un ufficio impieghi, a meno che non sia compatibile con le professionalità dettate al centro impieghi o se il compenso non è adatto); detto in poche parole la forma richiesta dal MoVimento 5 Stelle, si potrebbe avere un pò di indipendenza, con la sua alternativa invece saremmo condannati a restare mammoni, perchè è impensabile vivere con un reddito di soli 600 euro.

In Italia si sta vivendo una crisi tale da invogliare il più possibile al risparmio, anche se a dirla tutta, di questo passo non ci sarà nulla da risparmiare e questo causerà una rottura definitiva nel mercato e un reddito di cittadinanza ben studiato, o un reddito minimo garantito che si voglia, potrebbe essere una piccola soluzione per riavviare o quanto meno ingrassare quegli ingranaggi di una economia che si sta ancora inceppando, ovviamente però un aiuto economico come questo, non risolve una intera crisi; bisogna incentivare anche altri fattori tra cui il lavoro, soprattutto il lavoro, che è il nodo principale da sciogliere, allentando la pressione fiscale alle imprese sulle assunzioni che impedisce alle imprese di assumere manodopera, quindi incrementare la produzione e se non aumenta la produzione non c’è sviluppo in una nazione, e laddove non c’è sviluppo non c’è qualità in uno Stato; il resto poi dipenderà tutto da noi.


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